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Voglio andare a vivere in campagna

Voglio andare a vivere in campagna

Così recitava il testo di una famosa canzone di Toto Cotugno, il cantante più Nazional popolare che esista. E, in effetti, chi non sogna di tanto in tanto, di chiudere con lo stress, la frenesia e i problemi per vivere a contatto con la natura, gli animali ed adottare uno stile di vita più tranquillo, seguendo il ritmo delle stagioni?

Certamente, sto parlando per chi, in campagna, non ci abita, perché per chi ci abita ma non fa più il contadino il desiderio è spesso inverso: “voglio andare a vivere in città” per non pensare più ad erba da tagliare e terreni da curare…

Chi ha il pane non ha i denti e chi ha denti non ha il pane, come in un famoso detto…l’importante e che ognuno si senta bene con lo stile di vita e il luogo che ha scelto.

E così, si assiste ad un “ritorno” alla campagna da parte di laureati, professionisti, imprenditori che, di punto in bianco, decidono di dare un taglio netto e tuffarsi in una nuova avventura “bucolica”. Magari con il ricordo positivo della figura del nonno contadino, o della nonna che faceva il pane in casa… fatto sta, che l’agricoltura, non fa più paura e il detto “vai a studiare che la terra è bassa”, sembra passato di moda.

Un bell’aiuto, viene dalla tecnologia. Trattori con l’aria condizionata, irrigazioni computerizzate, serre bioclimatiche… ma anche dai finanziamenti europei, che consentono investimenti per la coltura di varietà tipiche, certificate, uniche. Ed il binomio turismo-agricoltura va spesso a braccetto con aziende agricole che affiancano l’attività produttiva con quella ricettiva.

Ed allora, perché non investire in campagna? casolari, cascine, castagneti, vigne e oliveti, galline, polli, caprette e stalle didattiche da far visitare alle scolaresche… la raccolta delle mele, quella dell’uva e delle olive, con i turisti che scattano fotografie e comprano la bottiglietta del preziosissimo liquido dorato dopo la visita al frantoio con la grande macina…

Non sempre, però, si trova il “mulino bianco”; i problemi sono tanti, i costi, pure come pure gli adempimenti, le leggi, le normative… Intendiamoci, o si decidere semplicemente di Vivere In Campagna (ed allora si presuppone una certa ricchezza di base che permetta di fare un’emerito niente) oppure ci si butta in una attività imprenditoriale con i suoi rischi e i suoi costi.

https://www.voglioviverecosi.com/ho-scelto-di-vivere-in-campagna-e-sono-felice.html

Può però rivelarsi anche un motore economico vincente, specialmente per i giovani che possono trovare impiego stagionale, oppure per chi decida di aprire una vera e propria attività. Secondo Coldiretti, infatti, le imprese agricole italiane sono 750mila di cui ben 70 guidate da giovani under 35. Il fenomeno, quindi, è un vero e proprio fatto sociale.

https://www.nonsprecare.it/come-vivere-in-campagna

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